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STATI DI COSCIENZA MODIFICATA: FORSE NON LO SAI MA LI HAI VISSUTI

Senza saperlo, li abbiamo vissuti tutti: in situazioni di pericolo estremo e di grande stress, le funzioni cerebrali si modificano.

La Neuroscienza ha monitorato come in queste condizioni, il naturale dominio dell’emisfero sinistro passi la palla al destro. O più esattamente, una parte del nostro cervello continua a lavorare la coscienza ordinaria e l’altra lavora come coscienza amplificata, capace d’attingere a una quantità maggiore d’informazioni.

La prima conseguenza di tutto ciò è la percezione diversa del tempo.

Il chirurgo che sta per operare vede già il sangue prima ancora d’incidere. Per la “legge delle catastrofi evitate”, mentre voliamo per aria, nel bel mezzo di un incidente, ad esempio, anticipiamo gli eventi al punto di vederci agire a rallentatore, modificando di fatto la percezione della realtà e del tempo in cui tutto avviene. In certi casi possiamo esercitare un controllo deliberato sulle attività in esecuzione al momento o siamo in grado di comunicare il nostro mentale ad altri.

Lo psicologo Hilgard sostiene che esistono nel nostro cervello una molteplicità di sistemi di controllo gerarchizzati e fluidi, coordinati dall’Ego. Nella transizione da un sistema all’altro si verifica uno stato di trans spontaneo e inconsapevole in cui viene ridotto il dominio dell’Ego e prevalgono percezioni più nascoste.
Ma cio’ non spiega tutto.

Un gruppo di scienziati canadesi qualche anno fa, monitoro’ il cervello di una nota shamana francese in stato di trans autoindotto, dimostrando che è possibile, anche senza l’uso di sostanze psicoattive o in particolari stati fisici alterati subiti (come il coma, il sonno profondo) raggiungere uno stato di coscienza modificata volontariamente. A livello neurologico fu chiaro che un cervello sano puo’ riprodurre stati apparentemente patologici e tornare dall’esplorazione perfettamente normale. La shamana entrò per ore in uno stato di super-coscienza e quando tornò in sé, era convinta fossero passati pochi minuti. Si potrebbe affermare che ciò avviene perché in trans si accede alla coscienza allo stato primario, la coscienza originaria, al di là delle stratificazioni operate dal principio di realtà, legato a necessità biologiche e culturali. La shamana era “tornata” con un flusso amplificato d’informazioni, la percezione di averle ricevute in pochissimo tempo, e la convinzione che modificando il comportamento del nostro cervello possiamo superare il modello attuale della realtà e coglierne un altro.

Il mistero dunque resta: cos’è il tempo? Esiste davvero un tempo quantico? Dovremmo abituarci a parlarne come di un luogo, una dimensione non disgiunta di tempo/spazio?

Di certo qualcosa sta cambiando, l’accesso a tante verità sta diventando possibile. A tutti. A tutti coloro che sono disposti ad accogliere l’inimmaginabile.