UN NUOVO MODO DI LEGGERE AL TEMPO DEL CORONA VIRUS
So già che molti lettori, quelli veri come me che divorano anche cinque/sei libri in un mese, avranno da obiettare. Il libro è un incontro anche tattile: la grammatura della carta, l’odore, la copertina (un tempo, anche per noi scrittori era un vanto averne una rigida!) e poi la possibilità di sottolineare, scribacchiarci a latere… in un rapporto quasi intimo. Un libro ti accompagna, per un po’ diventa quasi un diario. Una cosa tua.
Poi i tempi sono cambiati.

Abbiamo cominciato a viaggiare con bagagli microscopici. Nei voli law cost, come tanti, ho elaborato tecniche da spia per evitare di metterli nella valigina che ospita già a malapena un cambio e due mutande. Misteriose tasche interne che ti fanno assomigliare all’omino Michelin, volumi incastonati sotto le ascelle mentre passi il check in, false buste duty free con rivista esplicativa di come fare una tovaglia all’uncinetto mi hanno permesso il trasporto clandestino di una piccola scorta di libri in ogni parte del mondo. Ma ora il virus… cosi’ abile da insinuarsi anche fra le pieghe di un pacco postale, sembra averci momentaneamente fregati tutti.
È per questo che ho ceduto anch’io. Ho pensato di aprirmi all’e-book, sia come fruitore che come scrittore. In un istante lo compri ed è tuo, in tablet/cellulare/computer. E per dimostrare che comprendo che non è la stessa cosa, ho voluto offrire il mio romanzo a soli 2.99 Euro !!!
Mi piace pensare che nessuno rischierà la vita per recapitarlo e riceverlo; mi piace pensare che accompagnerà le giornate tutte uguali di qualcuno in questa quarantena sempre più lunga; mi piace pensare che forse la mia storia arriverà alla persona che senza saperlo l’attende, perché come scrive Gabrielle Zevin “Bisogna incontrare le storie al momento giusto (…) Questo è vero nei libri e anche nella vita”; mi piace pensare che un racconto d’amore, di piante e Natura possa distrarre dai bollettini plumbei dei tg e trasportarci già a domani, a quando vivremo tutto di persona e ancora meglio, meglio e di più… molto di più…

Buona lettura e buona vita !





E ti chiedi come abbia fatto a maturare tante esperienze così profondamente iscritte nella storia dell’arte italiana: l’avanguardia milanese dei tagli di Lucio Fontana, lo spazialismo di Manzoni, le bruciature di Burri, le architetture nell’opera di Michelucci. Come ha potuto, dal suo nido nascosto fuori Firenze, incrociare la poesia più alta del dopoguerra italiano, illustrando raccolte di poemi di Mario Luzi, Franco Loi, Maurizio Cucchi, Alda Merini, Maria Luisa Spaziani, Andrea Zanzotto, Davide Rondoni… per citarne solo alcuni.
Nel 2004 Antonio Paolucci di fronte alle opere su carta parlava di ascetica pazienza e furiosa determinazione. E credo renda bene la personalità di opera e uomo, la sua passione per la vita e il suo ritrarsi, il suo venire e tornare sul segno, la piega, il taglio, il bianco assoluto, il colore annacquato e libero dunque, d’andar incontro alla luce per esserne trasformato. Dopo aver eseguito libri d’artista, opere su tela, ceramica, vetro, plexiglass dal segno geometrico rigoroso, la carta prevale nelle sue scelte, fragile, duttile – talvolta spessa e granulosa come antica pergamena, talvolta foglia trasparente cattura-luce – materiale semplice solo in apparenza.
Oppure è la vita stessa che addentrandosi nella fragilità, smussa gli angoli, edulcora, predilige il sogno e lo sceglie, a scapito dell’orgoglio, delle certezze assolute che paradossalmente abbiamo più forti nel tempo senza bordi della giovinezza?
Io quest’estate sono andata alla ricerca della paura, IL SENTIMENTO sviscerato in centinaia di lettere e diari dall’uno e dall’altro fronte, come è facile intuire se si sale al Monte Piana, qui chiamato Monte Pianto, geograficamente separato da un semplice vallo, al Monte Piano, all’epoca in mano austriaca.
18000 saranno i morti soltanto qui, la maggior parte vinti non tanto dalle armi, quanto dagli stenti, il gelo, le malattie, i crolli e le frane o perché precipitati negli anfratti più aguzzi della montagna.