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LA MONTAGNA: IL POTERE DIMENTICATO DEI MINERALI

Dici montagna e pensi “verde” dei boschi. Non sempre, per la verità, molti visitatori occasionali del nostro Lago di Misurina, in questi giorni mi sembrano più esperti di speck che di foreste!

Ma è sul mondo minerale e delle rocce (aggregato naturale di minerali, cristallini o meno) che vorrei soffermarmi oggi. Considerate immutabili, le montagne non lo sono affatto. Le Dolomiti (I Monti Pallidi per i Ladini) ad esempio, si stanno muovendo e lentamente sgretolando. Continue impercettibili modificazioni, producono variazioni d’altezza di certe vette. I vecchi ricordano varchi, ghiaioni, passaggi, vie d’ascesa sulla roccia, mutati nell’arco di soli cinquant’anni. I cristalli crescono, si trasformano e adattano il loro reticolo cristallino alle condizioni chimico-fisiche nelle quali si trovano, ricristallizzandosi e risanando fratture, secondo cicli geologici, certo, molto lenti.

In media per aumentare di 5 cm, una pietra ha bisogno di circa 1200 anni, a seconda della concentrazione di sali minerali contenuti nell’arenaria che la forma.

Relegato all’ultimo livello dell’erronea piramide aristotelica della vita – piramide ormai riveduta e corretta in altra forma, con l’aggiunta di funghi e batteri ad esempio – il mondo minerale è tutt’altro che non-vivente. L’energia di pietre e minerali è fondamentale per l’equilibrio di quell’organismo palpitante che è il nostro Pianeta Madre. La ricerca della pietra filosofale, d’altronde, ha sempre evocato la segreta corrispondenza fra Cosmo e Terra.

Non solo, minerali e cristalli hanno sempre avuto la proprietà di potenziare la struttura energetica umana e ristabilire disarmonie dei vari corpi sottili di cui è formato il nostro corpo fisico. Nell’antico Egitto si usava polverizzare minerali per curare, in India si battezzavano i bambini con pietre, scegliendo quella che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.

Per gli Esseni tutto ciò che esiste in Natura possiede energie angeliche (nel Vangelo Esseno della Pace si parla proprio di energie elettromagnetiche della luce, dell’aria, della terra, dell’acqua e del sé) con le quali si mettevano in contatto e che usavano anche per guarire.

Nella loro raffigurazione della vita, un cerchio attraversato dalla croce di tempo/spazio, i minerali, al pari degli altri, occupano uno dei quattro spicchi perfettamente simmetrici, corrispondente all’elemento Terra. (Le piante erano associate all’elemento Acqua, l’uomo al Fuoco, gli animali all’elemento Aria).

I minerali rappresentavano l’equivalente del primo chakra indiano, di colore rosso, profondamente ancorato alle radici della vita e alle forze primordiali della terra.

Se all’uomo era attribuito il pensiero, alle piante il desiderio e la volontà, agli animali l’istinto e i sentimenti, ai minerali gli Esseni legavano il concetto d’azione. Può sembrare un paradosso che l’elemento più lento e antico e imperituro della vita sia associato all’azione, ma esso era considerato in collegamento diretto con la Coscienza, libero dalle resistenze dei binomi “mentale-uomo” e “istinto-animale”. Come a dire che il pensiero dell’uomo, limita e blocca l’accesso alla Coscienza Universale, vera sorgente energetica della vita.

Allora, se ti capita d’andare in montagna, fermati e guarda. Siediti su una roccia, con la consapevolezza di Hermann Hesse.
“Un albero sotto i raggi del sole, un sasso segnato dalle intemperie, un animale, una montagna: tutti hanno una vita, una storia, vivono, soffrono, affrontano i pericoli, godono, muoiono. Ma non sappiamo il perché”.