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IL GIOCO,L’AMORE,LA FOLLIA: IL TEMA DEL CARNEVALE DI VENEZIA

Sarà che quest’anno le date includono San Valentino, sarà perché da mesi Venezia, nei media, è associata a tutto meno che a gioia, divertimento e passeggiate romantiche mano nella mano (a meno di non avere un solido riparo sulla testa e stivali da pescatore molto sexi!) quest’anno il tema del Carnevale (8/2 – 25/2) sarà “Il gioco, L’amore, La follia”.

E davvero mi sembra un’ottima idea, storicamente molto pertinente, visto che nei secoli Venezia è stata il luogo “del licenzioso tutto possibile” con il suo lunghissimo Carnevale che iniziava ad ottobre per finire con la Quaresima (Il primo documento ufficiale che dichiarò il Carnevale una Festa pubblica risale al 1296!).

I più moralisti forse storceranno il naso, ma io trovo che queste tre parole siano edificanti, sane e raccomandabili a tutti, quanto una cura di vitamine e sali minerali. Perché diciamocelo, chi non ha qualche carenza in merito?!

Il gioco (non quello d’azzardo) è poco presente persino nella vita dei nostri bambini! Troppo occupati a fare i Grandi, per inventarsi il Tempo e perderlo, la vera essenza del gioco. E noi adulti… abbiamo dimenticato il senso della vanità delle cose, la gioia effimera del vivere. “Il gioco è la medicina più grande” diceva, non il leader dei Rolling Stones, ma il saggio Lao Tse. E più piccante, mi piace citare Mark Twain “Giocare consiste in qualsiasi cosa il corpo non sia obbligato a fare” Giochiamo allora in questo 2020, in barba ai problemi d’ogni ordine e grado, giochiamo… servirà a non prenderci troppo sul serio, altra ricetta sicura del buon vivere;
– Il gioco non esclude L’Amore. Tutt’altro! Non c’è amore profondo senza gioia condivisa, leggerezza e sorriso. Chi ha detto che per provare amore vero bisogna grondare sangue e lacrime dalla mattina alla sera? Sono d’accordo con Chaplin: “Chi non ride mai, non è una persona seria” Chi ha detto poi che il gioco della seduzione non sia anche amore? “Due cose ci salvano nella vita – scrive opportunamente il giornalista-scrittore Tarum Tejpalamare e ridere. Se ne avete una, va bene. Se le avete tutte e due, siete invincibili”.
– Quanto alla Follia, col tempo è diventata la mia parola favorita! Sì ci vuole tempo, perché nessuno ce la insegna. E invece è stata e sempre sarà il motore di ricerca della razza umana.
“Tutti i migliori sono matti!” spiega il padre alla piccola Alice nel Paese delle Meraviglie. Buttare la maschera (le maschere! Spesso ne possiediamo più d’una) e diventare il “sognatore sveglio” di Freud è l’insegnamento più utile che si possa dare alle nuove generazioni. Di recente, girellando per l’isola della Martinica, sono incappata in una strada dove mi piacerebbe tanto abitare: rue Pourquoi pas. Il caso vuole sia la risposta automatica che do a mia figlia quando mi confida perplessa un qualche progetto! Perché no? Frequentiamolo un po’ dunque l’homo demens che c’è in noi, da lui vengono le idee più coraggiose.

Buon Carnevale allora a tutti i veneziani stanchi, avviliti e spoetizzati, con l’auspicio che la nostra città ridiventi per noi e per i forestieri un racconto di fate, l’inizio di una libertà ritrovata, la possibilità di vedere il mondo da un punto di vista diverso, quello dei nostri sogni, del Gioco, dell’Amore e della Follia visionaria. Perché a tutti, proprio a tutti è capitato un giorno di pensare come William Shakespeare:
“Nascondi chi sono, e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni”