Articoli

L’ARTE DEI DUE PUNTI: COME SMETTERE DI RIMUGINARE

Se dovessimo visualizzarci, dovremmo immaginare una mucca. Sì una mucca che rumina continuamente. Questa è la fine che fanno molti dei nostri pensieri. Vanno e tornano, indigeriti e indigesti, trasformati in un bolo apparentemente mutato, ma sempre gli stessi in realtà. Spesso ci convinciamo d’essere positivi, di credere nell’andare avanti, ma in verità emettiamo vibrazioni opposte. È normale, perché non è una questione di volontà.

È stato provato scientificamente che in meditazione, il campo elettromagnetico del cuore vibra più intensamente. Può accadere allora di accorgersi di cose, anche minime, intorno a noi, di entrare in contatto con altri piani di coscienza. Con la pratica, potrebbero arrivare visioni, sogni, intuizioni delle quali spesso non capiamo subito le connessioni. Se non hanno senso nel nostro mentale, non ha alcuna importanza, agiscono, forniscono riposo, distacco, la possibilità per il nostro inconscio di percorrere altre strade.

Molte persone rifiutano l’idea di fare meditazione per il suo carattere spirituale. Ma l’arte dei due punti si rimette al campo quantico. Chiudendo gli occhi, cercando di fissare due punti al tempo stesso, due mani parallele, due occhi…ci rimettiamo alla molteplicità del possibile.
Se hai un dubbio che ti rode, una decisione da prendere, può essere utile, chiedere, senza pilotare la risposta: Quale sarebbe lo scenario migliore per me?

Poi poniti in ascolto: siedi col busto eretto, i piedi aderenti al pavimento, rilassati, inspira, espira profondamente, poi calma il respiro e metti la tua attenzione sui due punti allo stesso tempo.

La prima cosa che accadrà, sarà che smetterai di pensare e rimuginare secondo i soliti schemi, poi arriverà il vuoto. Resta lì. All’inizio durerà poco, potrai avere l’impressione che non sia accaduto nulla. In realtà hai aperto un varco fra gli infiniti possibili. Con gratitudine, senza pregiudizi, accogli tutte le libertà del presente. Tutto è presente, tutto ciò di cui sei convinto, che sai, è il passato. Come puoi trovare nuove vie, se non esci dal sentiero battuto?

Ancora forse non lo sai, ma sei andato a connetterti con la frequenza di tutto ciò che esiste, le piante, la terra, l’universo, l’energia costante e incondizionata in continua evoluzione, che contribuiamo tutti a creare.

Nella libertà ci sono tutte le soluzioni, le illimitate possibilità del tempo. Viaggiarci attraverso, è già il dono della strada da percorrere.

 

P.S. Per chi vuole ancora sperimentare, sempre scaricabile gratis on-line su You tube:

 

 

ESISTE UN VERO AMORE CHE NON SI OCCUPA DEL PROSSIMO

Tutti i giorni incrociamo una quantità di persone di cui non sappiamo nulla. Non parlo degli sconosciuti totali. Mi riferisco a quelli che ci parlano, ci sorridono, ci comunicano delle cose, quelli che frequentiamo in un modo o nell’altro. Nella maggioranza dei casi, non sappiamo assolutamente nulla di ciò che sta succedendo dentro di loro, in profondità. Questo vale anche per noi naturalmente. Quante volte abbiamo sorriso educatamente, simulando un perfetto buon umore, quando invece avevamo la morte nel cuore, o la noia ci faceva dubitare del senso delle nostre azioni quotidiane, del nostro stesso stare lì con quelle persone? Quante volte vorresti solo un abbraccio e invece ti ritrovi infognato in chiacchiere assurde, in consigli e luoghi comuni?

Tutto questo, negli altri, in noi, genera un’enorme fatica. Energeticamente ci piomba a terra, ci rallenta, ci depaupera. Non nutre. Finisce per essere un brusio di sottofondo nel nostro quotidiano, un’illusione di frenetica vita sociale, inutile all’anima, alla mente, al cuore. Già, ma che fare? È inevitabile, si dirà.

Personalmente sono arrivata alla conclusione che bisognerebbe fare come gli alberi con le foglie d’autunno: lasciarle ingiallire, arrossire, imbrunire e poi cadere. Non con disprezzo, tutt’altro. Con gratitudine piena. Con la neutralità dell’albero. Pensieri, rapporti, incontri, tutto il “senza colore” della nostra vita… Lasciare andare la sovrastruttura nelle relazioni interpersonali e vedere cosa resta. Niente? Allora basta. Qualcosa? Allora, vale la pena.

Come sempre Jung (nel “Libro rosso”) trova parole forti e giuste: “Lasciate cadere ciò che vuole cadere; se lo trattenete, vi trascinerà con sé. Esiste un vero amore che non si occupa del prossimo”

Sì proprio così. Mi capita spesso che le persone, anche quelle che conosco poco o incontro per caso si raccontino a me con assoluta naturalezza e schiettezza. Le più straordinarie, hanno tutte la medesima caratteristica: se ne fregano di ciò che penserò di loro, sono perfettamente neutrali di fronte a me, nel vivere la loro confidenza, quel preciso stato d’animo e momento.

Col tempo ho imparato a fare altrettanto. Naturalmente spesso passo per eccentrica “diversa” antipatica forse. Ma il più delle volte, ho proprio l’impressione di fare l’effetto di un ricarica-batterie.

Ed è esattamente ciò che provo quando incontro persone così, libere d’essere, mostrare cicatrici, visioni, limiti. La loro energia mi crea una strana dopamina creativa, mi dà una vista più acuta per individuare la bellezza, una gioia diffusa e ingiustificata.

GLI ALTRI sono probabilmente il viaggio più emozionante che possiamo fare nella vita, potenzialmente sono mondi infiniti da esplorare, aperture intellettuali insospettabili, sentimenti sorprendenti, tappe di delicate combinazioni dell’Universo che possono portare lontano…

Come quando in Malesia m’imbattei in John, partito da un giorno all’altro alla ricerca dell’albero più grande del mondo; o il tizio innamorato della moda Armani che sognava ad occhi aperti nel suo negozio in un villaggio Berbero; o quando a Londra presi fra le mie, le mani gelate di uno sceicco del Bahrein morto di freddo, che da quel giorno decise di vegliare a distanza su di me, per sempre. O quando, all’epoca in cui davo corsi serali in Francia, invitai una donna timida che non osava entrare in classe a restare con noi. Da anni subiva le violenze di un ex marito che per quanto allontanato, continuava a terrorizzarla al punto da non farle più mettere il naso fuori di casa dopo le sette di sera. Fu l’inizio di un cambiamento di vita per lei e una grande lezione per me.

Riverberare ciò che si è, senza invadere il territorio dell’altro, regala ricchezze incredibili, scambi d’umanità vera. A tutti. Se ci pensassimo qualche volta, quando al mattino usciamo di casa, forse alzeremmo gli occhi dal telefonino più spesso. May You live In Interesting Times augurava la Biennale di Venezia quest’anno. E aggiungo May Great Surprises await us !!