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LA MUSICA A 432Hz FA BENE. PAROLA DI PINK FLOYD!

Premessa: si può meditare ovunque, in mezzo al traffico, al cinema, a cena (specie se i commensali sono noiosi!). In genere però è più facile e rapido aiutarsi creando un’atmosfera adatta con dell’incenso, una candela, della musica soprattutto. Sulla scelta di quest’ultima, ognuno ha le sue preferenze naturalmente, per la mia meditazione dell’albero (https://www.youtube.com/watch?v=TMyofTe3U1g ) io ho usato una musica a 432Hz, quella che è più in risonanza con le frequenze alla base del nostro organismo.

La musica che normalmente ascoltiamo è a 440 Hz, spesso mal sopportata anche dalle nostre piante. Non è il massimo neanche per le nostre cellule, comporta molte disarmonie (non a caso fu imposta e utilizzata nella Germania nazista da Goebbels come strumento di controllo mentale delle masse).

Accordando il LA a 432Hz (è chiamata infatti accordatura naturale o aurea perchè si rifà alla proporzione aurea, la base della Natura) la musica prodotta entra in risonanza con le frequenze d’armonia dei processi biochimici del nostro corpo. Modificando impercettibilmente la respirazione, il battito del cuore, la sudorazione, la pressione sanguigna, le onde cerebrali e la risposta neuro-endocrina in generale, avvia un processo di riequilibrio e guarigione. Con questa musica si liberano morfine naturali, adrenalina e dopamina. Insomma, oltre a dare al suono un carattere più chiaro e caldo, la musica regolata su 432Hz si propaga nel corpo e nella natura stimolando il fluire dell’energia. Se fate la prova, la sensazione di una maggiore vibrazione interiore è chiaramente percettibile.

Oggi se ne parla come di una novità, ma è tutt’altro che una novità. Il diapason di Verdi era accordato sulla frequenza 432Hz, e anche Mozart la conosceva bene. I mantra, antiche formule spirituali specie nella tradizione indiana e tibetana, riequilibrano i due emisferi cerebrali a questa frequenza.
Non solo: grandi musicisti di oggi – quelli veri! – hanno composto musiche con questa intonazione: i Pink Floyd (Wish you were here ne è un esempio https://www.youtube.com/watch?v=IXdNnw99-Ic) Mick Jagger, Ludovico Einaudi, Emiliano Toso, il chitarrista Enzo Crotti e molti altri.

Il grande veggente Gustavo Rol, acclamato dai potenti del mondo, spiegando come nacquero i suoi poteri, disse: “Ho scoperto la tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore…” intendendo come elemento occulto basilare della vita, la frequenza di suono di 8Hz (ritmo dell’onda Alfa del cervello, livello ideale della Risonanza Schuman della terra, il codice della vita insomma) alla base del processo dei 432Hz, la chiave, secondo Rol per sfruttare al massimo il cervello umano e la sua creatività.
Allora… Buon ascolto!

LA NATURA…NON AMATELA GRAZIE, RISPETTATELA

L’estate che sta finendo è stata terribile per la Terra. Il fuoco imperversa ancora in tutti i Continenti (eccetto l’Antartide, i cui ghiacci stanno peraltro fondendo) in Amazzonia, in Siberia, a Giava, a Sumatra, in Congo, in Angola etc.

Flames burning wood in the night on blue (byVictoria Schaal)

Intanto le nostre comode vite continuano a girare: Di Caprio offre 5 milioni di dollari per l’Amazzonia e riprende a svolazzare nel suo inquinante jet privato. Come biasimarlo? Siamo tutti in contraddizione, siamo tutti “impegnati a metà”: adoriamo i nostri animali e buttiamo la cicca della sigaretta per terra; vogliamo mari puliti per nuotarci d’estate e compriamo detersivi sempre più potenti da riversarvi dentro; aderiamo alla moda dei “bagni di foresta”, ma beninteso ci andiamo in suv!

Amiamo la Natura. Ne siamo convinti tutti. Ma la realtà è che l’amiamo a pezzi, a episodi, a zona (come la famosa dieta!) identificandola di volta in volta con un’emozione precisa, definita. Solo per noi, naturalmente!
ERRORE! La Natura, né buona né cattiva, ci rispetta. Non ci ama, non ci odia, semplicemente vive. E preservando se stessa, ci aiuta. O meglio, ci aiutava! Perchè ora qualcosa è cambiato: la Terra si sta trasformando energeticamente (la risonanza Schuman registra un nuovo picco, con ennesimo indebolimento dei campi magnetici e conseguenze climatiche gravi).


Poco le importa se non abbiamo capito e continuamo a non capire. Soccomberemo se non sapremo trovare un equilibrio, una coerenza seria, una maturità nuova nella gestione della nostra vita.
No, Niente amore, per favore! Il rispetto autentico, umile e costante sarebbe già un grande risultato!

IL TEMPO? NON ESISTE

Il tempo arrangia tutte le cose si dice… ma di quale tempo parliamo?
Studiare le piante (il trait d’union fra terra e cielo, secondo le più antiche credenze) mi ha convinta, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanto avevo sempre immaginato: il tempo non esiste, non nei termini che intendiamo comunemente per lo meno. Quella linea retta infinita/finita che abbiamo imparato a rispettare/temere non ha nulla a che vedere con l’immagine a spirale o circolare che molte filosofie orientali o precolombiane invece propongono.

Per i Maya ad esempio, il serpente del tempo s’arrotolò 9 volte e solo a quel punto gli spiriti espressero il proprio volere attraverso la parola, creando gli uomini.

La scienza poi, ci parla di tempo che si accellera.

La risonanza Schuman, il cosidetto battito del cuore della terra drammaticamente aumentato dal 2012, ha accellerato la nostra percezione della velocità del tempo tanto che in una giornata di 24 ore viviamo una densità di tempo pari a 16 ore, con la conseguente sensazione che i minuti corrano e ci sfuggano interi scomparti del nostro calendario.

Insomma il tempo non esiste, esisterebbe solo una densità di frequenza. Il tutto in un Universo in pieno movimento e noi, ciascuna delle nostre cellule, con Lui.

La fisica quantistica poi sembra sussurrarci che dovremmo parlare d’eterno presente o meglio d’eterni contemporanei presenti paralleli. Al punto che potremmo sceglierli, visualizzando di volta in volta, persino emozionalmente, il nostro preferito.

Tutto questo abbaglia, sconcerta, ma anche rinfranca. Guardo Kenzy là sotto la finestra, la mia pianta coinquilina nella piccola soffitta dove abito a Roma. È bella e rigogliosa, malgrado la mia ennesima assenza lunga qualche settimana. Non so come abbia fatto a gestire la poca acqua che le avevo lasciato, ma ce l’ha fatta, ancora una volta muovendosi in uno spazio di tempo lento e infinito. Insieme ci godiamo le dolci note di Schubert, mentre fuori piove e il vento si scatena.
E chissà perchè, cosi’ di fronte a lei, mi vengono in mente dei versi di Rumi, il poeta mistico di origine persiana:

Il mio occhio viene da un altro
Universo
Un mondo da questo lato, uno

dall‘altro: io siedo sulla soglia

 

 

BIBLIOTECA LA VIGNA 21 NOV. VICENZA: L’AMBIENTALISMO DEL CUORE E DELLA CONOSCENZA

È stato un bell’incontro quello organizzato dalla Biblioteca La Vigna di Vicenza, importante centro di riferimento mondiale per le ricerche ampelografiche (dal greco antico ampelòs= Vite) e di studio dell’agricoltura, l’occasione per me, non soltanto di presentare il mio romanzo “Cosa fanno le mie piante quando non ci sono” ma anche d’incontrare lettori aperti alle più ampie visioni del mondo della Natura.

Ha rinfrancato le mie speranze infatti il constatare, una volta di più, la straordinaria vivezza di un fermento nuovo nel campo dell’ambientalismo: la consapevolezza della necessità d’imparare chi sono questi straordinari esseri viventi che chiamiamo piante e come da 500 milioni d’anni hanno saputo resistere ed evolversi sul nostro pianeta. 

Nella settimana in cui gli Organismi delle Nazioni Unite rinnovavano agli Stati l’appello a ridurre le emissioni di gas inquinanti, lanciando l’allarme di un effetto serra sempre più fuori controllo;

nell’anno in cui la Nasa ha ufficialmente rivelato che la risonanza Schumann (il cosiddetto battito interno della Terra) è drammaticaticamente aumentata fino a provocare una prima riduzione del campo magnetico terrestre, rendendoci fra l’altro anche molto più vulnerabili alle radiazioni solari;

nel mese in cui un tornado più consono al Centro-Est degli Stati Uniti che all’altopiano di Asiago, falciava decine di migliaia di abeti rossi, mi sono ritrovata a parlare d’intelligenza delle piante, scoperte scientifiche, soluzioni legate alla biodiversità e soprattutto della possibilità concreta anche per noi, di comunicare con loro e vivere meglio.

Poteva sembrare fuori tema, raccontare una storia romanzata in cui la protagonista dà un nome alle proprie piante, condivide con loro i momenti felici e difficili della sua vita, e invece il pubblico ha seguito, consapevole che un nuovo modo d’abbracciare il nostro impegno “verde” passa anche di qui, dalla loro piena integrazione nel nostro quotidiano. Perché conoscere come le piante comunichino fra loro in modalità simili al nostro Internet, sapere come da millenni trovino soluzioni naturali e formulino alleanze di mutuo soccorso per ovviare ai pericoli più diversi, significa davvero fare qualcosa per salvare il nostro mondo dalla catastrofe.

Non si tratta di scatenare rivoluzioni cruente o di tornare all’età della pietra, ma piuttosto di restituire alla terra impoverita da decenni di sfruttamento, pesticidi, ormoni, la sua naturale ricchezza (nel suolo è custodita l’80% della biomassa) riattivando l’antico equilibrio vitale, fatto di repellenti e anticrittogamici naturali, cicli di crescita compatibili con le necessità della pianta, biodiversità.

È un cammino lungo. Certi errori, commessi fin dagli anni ’60 hanno avuto conseguenze in parte irreversibili, ma molto si può ancora fare. La nuova militanza ambientalista, però, dev’essere consapevole, di buon senso e costante nel tempo. A nulla serve l’impegno di qualche mese per la salvaguardia di questo o quell’animale, se non abbiamo acquisito sane abitudini di vita nel modo in cui facciamo la spesa, ci occupiamo dei nostri rifiuti, accudiamo gli alberi delle nostre città e le piante nelle nostre case,  nella maniera in cui nutriamo noi stessi e i nostri figli.

Il buon senso passa attraverso la conoscenza e il cuore. L’umiltà di capire che la salvezza è possibile soltanto grazie all’osservazione di come si comportano loro, le piante, e all’apprendimento degli insegnamenti che da sempre silenziosamente sussurrano all’uomo.